La Périphérique (3)
Ecco una cosa difficile da trovare a Parigi: una bella chiesa.
Certo, in questa immagine una luce sfavorevole sega in due la facciata, rendendola ancora più sgraziata, ma credo che nemmeno l’illuminazione più dolce e soffusa del pianeta potrebbe migliorare l’aspetto di Nôtre Dame de la Paix, dalle parti di Prés Saint-Gervais.
Sono solo le 4 del pomeriggio e la luce comincia già a scarseggiare. Inoltre, le pozze d’acqua per terra sono tutte gelate e le mie dita dei piedi stanno per imitarle. Dovrò quindi interrompere il mio tragitto a Porte de la Villette.
Ma poco prima – nota di attualità – trovo affissi sotto il losco cavalcavia di Place de la Porte de Pantin dei manifesti che inneggiano al “fratello Gheddafi. Guida del commando popolare Islamico mondiale”. A proposito, qui non glien’è fregato niente a nessuno della visita di Gheddafi in Francia (o meglio: hanno tutti accuratamente evitato di farci caso...). È molto più interessante la relazione fra Sarkozy e Carla Bruni.
Da un lato del cavalcavia si erge un’altra chiesa, peggio della precedente, schiacciata fra una rampa di accesso alla superstrada e un Holiday Inn.
Dall’altro lato, un palazzotto stile uffici della Olivetti ospita una scuola elementare.
Alle finestre, dei messaggi disegnati dai bambini gridano all’esterno: “Sostegno agli alunni sans-papiers”. I cartelli si riferiscono ai figli degli immigrati clandestini, a volte nati e cresciuti in Francia, ma che si vedono espulsi quando i genitori vengono scoperti e ricacciati in un mondo che non é più il loro.
Infreddolita, mi avvio verso la metropolitana. Alla prossima tappa!