martedì 19 gennaio 2010

La fine di un amore

Domenica ho passato un bel pomeriggio.
Dopo un concerto gratuito alla chiesa di Saint Laurent, vicino alla Gare de l'Est, mi sono aggregata ad un amico per prendere un caffè con un gruppo di persone che lavorano nel cinema o nella televisione, principalmente come attori.
Naturalmente tutti intermittenti dello spettacolo, ovvero appartenti a uno statuto che riunisce artisti di varia natura, i quali, raggiunto un certo numero di ore di lavoro l'anno, hanno il diritto di percepire uno stipendio anche nei mesi in cui sono inattivi.
Si tratta di una situazione comune fra chi lavora nel campo artistico o intellettuale in genere, un sistema che permette di esercitare professioni normalmente poco remunerative o molto instabili, ma che danno lustro alla cultura nazionale. Miracoli dello stato sociale francese.

Una dei presenti, un'avvenente e giovane attrice, si è lasciata sfuggire lo scoop del 2010: Carla ha chiesto il divorzio da Nicolas.
Peccato. Un così grande amore.

Mi stupisce che la Bruni non abbia avuto la pazienza di attendere ancora un paio d'anni, per recitare la parte della sposa devota e adorante alle prossime elezioni presidenziali, per poi mollarlo subito dopo con le tasche stracolme di compensi.
Almeno la moglie precedente, Cécilia, ha avuto l'ammirevole ipocrisia di aspettare che il marito concludesse la campagna elettorale e venisse persino eletto, prima di scaricarlo.

Naturalmente la notizia non è ancora ufficiale e nemmeno di importanza capitale per l'umanità, ma mi andava di scriverlo per poter dire, tra qualche mese, "io lo sapevo già dal 17 gennaio!".