sabato 24 aprile 2010

Au bonheur des filles

Dopo aver camminato per ore fra monumenti e musei, prima o poi tutte le signore sollevano la seguente domanda: “Dove possiamo andare per fare shopping?”. La risposta migliore, a mio parere, è: “Non a Parigi”, a meno che non abbiate una America Express Platinum incastonata di diamanti e conto corrente alle Bermuda.
D’accordo, Parigi è il tempio dello shopping: si trova di tutto, in tutti gli stili e per tutte le tasche. Ma se si desidera comprare qualcosa di un po’ speciale i prezzi sono decisamente alti.
“Ma che graziosa questa magliettina con due nastrini…” poi si gira l’etichetta e viene un infarto.

I negozi del triangolo Place de la République - Canal Saint Martin- Gare de l’Est non si allontanano troppo da questa esperienza, ma almeno offrono la possibilità di scoprire oggetti in genere originali e di tendenza, con possibilità di deviare verso la romantica passeggiata sul canale.

Girovagando per le strade della zona, ho raccolto qualche indirizzo di boutique curiose e alla moda, o che semplicemente hanno attirato la mia attenzione.

Cominciando da nord, in Rue des Vinagrier, si incontra La galerie vegetale (al numero 27), un fioraio di design (ebbene si, esiste anche questo), con piante selezionatissime e inusuali.
Proprio accanto incontriamo La Pinata, un negozio di giochi, travestimenti, pentolacce da carnevale e quanto serve per una festa per bambini.
Di fronte, ai numeri 30 e 32, Philippe le libraire, una catasta di fumetti e libri illustrati, e Zoé créateur, una boutique di gioielli e fru-fru vari, freschi e non troppo costosi, sia per ragazze e signore, sia per bambine figlie di madri vanitose.

La rue de Vinagrier sbocca sul lungocanale, il Quai de Valmy. Se si gira a destra si incontra subito la libreria Artazart Design Bookstore, che, come dice il nome, seleziona pubblicazioni sul design, la fotografia e l’arte. Se si gira a sinistra, si incontra invece Antoine et Lily, un negozio di moda femminile che fa scuola in fatto di stile (un po’ alternativo ma non troppo, con prezzi inspiegabilmente elevati). Accanto ci sono altri due negozi dello stesso marchio, uno riservato alla moda bambini e l'altro agli oggetti per la casa.

Se proseguiamo oltre la libreria Artazart Design Bookstore e ci rinfiliamo nelle strade a destra del canale, ecco che finiamo in Rue de Lancry. Fra le insegne più interessanti, Toumain, al numero 56, caverna di gioielli baroccheggianti, e un antiquario-robivecchi dove è divertente frugare alla ricerca di oggetti inutili.

Continuiamo la strada e giriamo a sinistra in rue Yves Toudic. Qui si trova Du pain et des idées, un panificio che ha vinto il premio 2008 come migliore boulangerie di Parigi e che difende sempre bene il titolo. Sul loro sito, un video mostra gli interni antichi del negozio, le tecniche di realizzazione del pane, cumuli di croissant fragranti e molte interviste a clienti soddisfatti. Decisamente l’indirizzo più interessante del quartiere…
http://www.dupainetdesidees.com/amidupain.html

Il tempio delle delizie si trova all’incrocio fra la rue Yves Toudic e la rue de Marseille, strada signorile che ospita qualche caffè dove mettersi in mostra e bei negozi di abbigliamento, fra cui uno della famosa marca Agnés B.

Ma la via forse più elegante della zona è la Rue Beaurepaire. Tutti i palazzi sono di epoca haussmaniana, ovvero della seconda metà dell’800. Si riconoscono per alcune caratteristiche standard: 5 piani, dei balconi filanti che corrono su tutta la facciata al primo e all’ultimo piano, e portoni enormi spesso decorati da motivi floreali.
Qui è una sfilata di boutique d’abbigliamento una più BoBo dell’altra. Si può quindi passare da un lato all’altro della strada lasciandosi guidare dal caso e dalle insegne.
I più curiosi: Onaya, una selezione di originali bijoux di artigiani e designer francesi. Le Répere, una sala da tè che vende anche qualche capo d’abbigliamento, soprattutto della marca La fiancée du Mekong; di fronte il Potemkine, specializzato in dvd di film d’autore mostruosamente noiosi. Evidentemente, il proprietario non conosce la famosa scena fantozziana… Accanto al Potemkine, il Frivoli (si, il nome è in italiano), un negozio dell’usato con tutte le marche più alla moda.

La rue Beaurepaire termina nuovamente sul Quai de Valmy. A questo punto, si impone una sosta ristoratrice in uno dei numerosi café.

Spero che questo itinerario sia un invito a scoprire quartieri più autentici rispetto ai soliti concentrati di robaccia made in China propinati ai turisti, in tutte quelle zone dove gli autoctoni si guardano bene dal fare acquisti e dove gli stranieri si fanno turlupinare... Buono shopping a tutti!

domenica 18 aprile 2010

Il mio nuovo quartiere

Sei mesi fa ho traslocato di nuovo. Sono passata dalla Casa della Madonna, nel signorile quartiere del 15esimo arrondissement, alla Grotta Umida, nel pittoresco caos multietnico del decimo arrondissement.
È stato come mettere piede in un’altra città.

La zona precedente, a 15 minuti a piedi dalla Tour Eiffel, è una sfilata di bei palazzi haussmaniani e di vecchia borghesia cittadina. Tutto sempre tranquillo e ordinato, fino alla noia.
Adesso anche uscire dal metrò è un’avventura. In cima alle scale mobili si assembrano gruppi di africani che si sbracciano e gridano, per invitare le signore a farsi acconciare i capelli in uno dei mille parrucchieri afro di rue de Chateau d’Eau. I parrucchieri si alternano a bugigattoli di cinesi che incollano unghie finte. L’odore nauseante dei solventi e delle tinture si mescola agli effluvi dei panini preparati sul marciapiede da africane chiattone, in mezzo a spazzatura e a matasse di capelli che rotolano fin dentro la stazione del metrò.

Fino a una decina di anni, fa la zona era considerata piuttosto miserabile, una terra di emigrati emarginati. Oggi è diventata l'ennesimo “quartiere ex-fatiscente ora alla moda”. Complice della trasformazione è anche il successo immobiliare del Canal Saint-Martin, una striscia d'acqua che attraversa l'arrondissement da nord a sud, e in questo momento uno dei luoghi più ambiti e branché della capitale. In primavera è un fiorire di giovani stravaccati lungo le rive a prendere il sole, bere birra e suonare la chitarra. Un panorama alla Woostock, ma con tutta la gente vestita.
Il canale è navigabile ed è possibile fare anche una mini-crociera che parte dalla Villette e arriva a Bastille. Chi ha paura dell’acqua, può limitarsi a passeggiare da una sponda all’altra, valicando i numerosi ponti di ghisa e legno.

Dal punto di vista gastronomico, ero molto preoccupata di perdere le mie lussuose boulangeries del 15, dove scintillano pasticcini-gioiello e croccano bionde baguette, o di non trovare più l’alta qualità dei prodotti del mercato domenicale della Motte-Piquet-Grenelle, ma bisogna ammettere che anche il Decimo mi sta riempiendo di soddisfazioni gustative.

Fare la spesa in rue du faubourg Saint Denis è una scoperta continua di sapori ed odori inusuali. Si passa dai negozi di alimentari curdi o nordafricani, ai ristoranti pachistani o indiani. Famosi soprattutto quelli del Passage Brady, dove si trova anche un fornito negozio di cibo e spezie indiane.

Il quartiere, e in particolare la zona intorno al canale, nascondono moltissimi negozietti curiosi o di tendenza…. Ma questo richiede un altro post :-)
A presto per la seconda parte!


Ecco una mappa per sapere dove sono il 15esimo e il decimo arrondissement :-)

martedì 19 gennaio 2010

La fine di un amore

Domenica ho passato un bel pomeriggio.
Dopo un concerto gratuito alla chiesa di Saint Laurent, vicino alla Gare de l'Est, mi sono aggregata ad un amico per prendere un caffè con un gruppo di persone che lavorano nel cinema o nella televisione, principalmente come attori.
Naturalmente tutti intermittenti dello spettacolo, ovvero appartenti a uno statuto che riunisce artisti di varia natura, i quali, raggiunto un certo numero di ore di lavoro l'anno, hanno il diritto di percepire uno stipendio anche nei mesi in cui sono inattivi.
Si tratta di una situazione comune fra chi lavora nel campo artistico o intellettuale in genere, un sistema che permette di esercitare professioni normalmente poco remunerative o molto instabili, ma che danno lustro alla cultura nazionale. Miracoli dello stato sociale francese.

Una dei presenti, un'avvenente e giovane attrice, si è lasciata sfuggire lo scoop del 2010: Carla ha chiesto il divorzio da Nicolas.
Peccato. Un così grande amore.

Mi stupisce che la Bruni non abbia avuto la pazienza di attendere ancora un paio d'anni, per recitare la parte della sposa devota e adorante alle prossime elezioni presidenziali, per poi mollarlo subito dopo con le tasche stracolme di compensi.
Almeno la moglie precedente, Cécilia, ha avuto l'ammirevole ipocrisia di aspettare che il marito concludesse la campagna elettorale e venisse persino eletto, prima di scaricarlo.

Naturalmente la notizia non è ancora ufficiale e nemmeno di importanza capitale per l'umanità, ma mi andava di scriverlo per poter dire, tra qualche mese, "io lo sapevo già dal 17 gennaio!".