lunedì 21 luglio 2008

Si fa quel che si può....

Sono appena tornata da un week end nel Bel Paese: spiaggia, sole e mare.
Per fortuna, non rischio di sentire la mancanza dell'ambiente vacanziero: per il settimo annoconsecutivo, proprio oggi si apre Paris-Plage!
Certo, per chi sa cos'è una spiaggia vera, queste 7 tonnellate di sabbia costantemente igenizzata, spalmata su circa 3 km di lungofiume, sono un triste surrogato. Ma a volte bisogna accontentarsi!

In compenso, questa sera alle 18.30 si inaugurerà la spiaggia con un concerto gratuito. In tema con la presidenza della Francia all'Unione Europea, nientepopodimenoche la 9° Sinfonia di Beethoven.
Seguirà un pic-nic gigante, con paniere offerto a tutti i partecipanti.
Ovviamente andrò a curiosare!


PARTE SECONDA
Eccomi di ritorno dalla missione Paris-Plage. Ma questa spiaggia non è poi così male!
C’è tutto quello che fa estate: palme, gelati, sdraio, lettini, sabbia, docce, calcetto, giocatori di bocce, poliziotti in rollerblade. Manca solo un piccolo particolare insignificante: il mare. Ma la folla numerosissima non sembra soffrire troppo questa mancanza e fa di tutto per spassarsela.
La sera, inutile dirlo, l’area era piastrellata di coperte per gli immancabili pic-nic.

ParisPlage ParisPlage

ParisPlage

ParisPlage

Il concerto davanti l’Hotel de Ville ha risentito non poco della pessima acustica e del fatto che questo mese hanno installato un giardino effimero nella piazza, rendendo davvero difficoltoso distribuirsi davanti il palco. Però la Nona di Beethoven è sempre la Nona e merita in ogni caso.
Bilancio della missione: più che positivo.

mercoledì 16 luglio 2008

Cinéma en plein air alla Villette!

Ullalà! Ieri sera è cominciata la 18esima edizione del Cinéma en plein air alla Villette!
Nessuno dica “echissene”, perché questo è un altro dei grandi classici estivi di Parigi: installano uno schermo gigante all’aperto e al cadere della notte (che in questa stagione avviene quasi alle 22.30) incomincia la proiezione di grandi classici del cinema.
Tanto per cambiare, gli spettatori arrivano molto prima per il picnic di rito.
Comincio a pensare che i parigini abbiano una vera ossessione maniacale per i picnic….

lunedì 14 luglio 2008

Presa della Bastiglia, un anno dopo


Eccomi al mio secondo 14 Luglio a Parigi.
L'anno scorso ero qui in semplice avanscoperta e l'ho vissuto da turista. Infatti mi è sembrato solo un gran baraccone caotico privo di interesse.
Quest'anno, invece, l'ho vissuto da abitante e mi sono davvero divertita.
Il 13 sera ho partecipato a uno dei famosi balli dei pompieri, e mi è talmente piaciuto che ho voluto ripetere anche il giorno dopo!
Infatti, il 13 e il 14 luglio nelle caserme dei pompieri di ogni arrondissement si tiene un grande ballo, a cui prendono parte in gran numero cittadini di ogni età ed estrazione sociale.

Alcune caserme fanno solo una sera, ma quasi tutte ripetono.
Se il giorno dopo il 14 è feriale e si va a lavorare, la serata più interessante è il 13: c’è più gente e meno adolescenti in vacanza. E poi il 14 molte persone preferiscono fare il picnic sugli Champs de Mars e aspettare lo spettacolo pirotecnico dietro la Tour Eiffel.

Il primo ballo è stato alla caserma del 12esimo arrondissement: c’era una band tamarra ma bravissima che faceva cover di musica “pop-rock internazionale”, con un paio di coriste tracagnotte e scatenate che riempivano il palco da sole.

La seconda sera abbiamo scelto il ballo del quarto arrondissement, nel Marais, a quanto pare il più rinomato. Ma c’era meno gente (per i motivi detti sopra) ed è stato meno interessante. Ho atteso fino alle 2 un vociferato striptease di pompieri, ma l’unico risultato è stato perdere l’ultimo metrò.

Ho cercato in internet informazioni sull’origine di questi balli, ma non ho trovato granché.
La versione più diffusa spiega semplicemente che il ballo è un’occasione per la popolazione di riunirsi intorno ai loro “soldati del fuoco” (come a volte sono chiamati qui i pompieri, dato che sono un corpo militare) e per i pompieri di raccogliere fondi.
Sul sito www.lyoncapitale.fr si azzarda una data: il primo ballo si tenne nel 1937 a Montmartre, e il successo fu tale che l’evento venne ripetuto anche gli anni seguenti e copiato dalle altre caserme.
Bhà... L'importante è divertirsi!

sabato 21 giugno 2008

Festa della Musica!

La prima edizione è stata nel lontano 1982. Da allora, ogni anno in tutta la Francia il 21 giugno si festeggia la Festa della Musica.

Un anno fa ho potuto festeggiare nella vibrante Epinal (...), quest'anno a Parigi.

Questa è un'ottima occasione per visitare la città, perché da mattina fino a notte fonda (la metropolitana funziona eccezionalmente tutta la notte) i luoghi più interessanti diventano teatro di concerti di ogni genere.
A dir la verità, oggi ero un po' cotta e ho sfruttato solo le manifestazioni serali…

In attesa del concerto al Louvre

Innanzitutto, siamo andati ad ascoltare il tradizionale concerto dell’Orchestre de Paris sotto la Pyramide del Louvre. Quest’anno ci deliziavano con la Quarta Sinfonia di Tchaïkovski.
Siamo arrivati un’ora e mezza prima dell’inizio e la coda era già lunghissima. Dopo un’altra ora la coda era già raddoppiata. C’era gente appostata dal pomeriggio e che si era portata da fare un picnique!
Nonostante la fila interminabile, ci hanno fatto entrare tutti e sistemare per terra nella hall d’ingresso del museo. Qualcuno saggiamente aveva portato uno sgabello.
La lunga attesa e la scomodità di stare tutto il tempo raggomitolati sul duro pavimento (a metà del quarto movimento non mi sentivo più le gambe) sono stati ripagati dalla musica sublime e dalla bellezza del luogo. Man mano che la musica procedeva, abbiamo visto sopra di noi - attraverso la trasparenza della Piramide - le facciate del museo illuminarsi e il cielo diventare sempre più buio, mentre gli orchestrali si riflettevano nei vetri della Piramide.

A fine concerto, abbiamo vagato per un po’ come tutti fra la folla immensa e i mille concertini fuori da ogni locale, fino a sentire i morsi della fame. Finiti in zona Opera, abbiamo cercato di mangiare in un uno dei tanti ristoranti giapponesi di Rue Sainte-Anne, ma alle undici e mezza tutti i nipponici stavano già chiudendo! Così abbiamo ripiegato un po’ dubbiosi su un ristorante egiziano, Rende-vous au Caire, che è stato invece una piacevole sorpresa. Per di più il week end è aperto fino alle 2 di notte, una rarità a queste latitudini.

La serata è continuata fino a tardi nella Butte aux Cailles, una strada a sud di Place d’Italie, un tempo famosa per i suoi circoli anarchici, oggi posto alla moda per giovani più o meno alternativi. Anche qui, inutile dirlo, musica musica e musica ad ogni angolo e di ogni tipo.

Decisamente una notte fantastica. Voglio la Fête de la Musique tutto l’anno!

sabato 31 maggio 2008

Gardarèm lo Larzac!

Ultimo giorno di maggio e non ho parlato nemmeno una volta dei numerosi dibattiti, rievocazioni, pubblicazioni e trasmissioni che sono stati fatti in Francia per i 40 anni dal Maggio del ’68.
Appunto! Al riguardo sono già stati versati abbastanza fiumi di caratteri tipografici, senza bisogno di aggiungere le mie inutilia.

Ma per parlare un po’ di lotte e movimenti, oggi chiacchieravo con la mia padrona di casa e ho scoperto un episodio della storia recente francese che – come al solito – mi era del tutto sconosciuto: la lotta del Larzac.
Larzac è un bucolico paesino di 115 abitanti, situato placidamente fra campi e pascoli di pecore su un altopiano dell’Aquitania.
Tanta pace agreste non lascia immaginare che il paesello è stato teatro di una contestazione epica e di una vittoria leggendaria del popolo francese.

Nel 1971, lo Stato decide di ingrandire il campo militare del Larzac, occupando terreni destinati al pascolo.
Contadini e pecore rifiutano l’espropriazione e marciano su Parigi al grido di "Gardarèm lo Larzac !" (in occitano: “Conserveremo il Larzac”).
L’opinione pubblica si mobilita in favore dei coltivatori e nel 1973, 100.000 persone, venute da tutta la Francia, si riuniscono sull’altopiano per manifestare il loro appoggio.
La lotta dura fino al 1981, quando lo Stato decide di abbandonare il progetto.

Come si legge sul sito del movimento, «i coltivatori del Larzac hanno mostrato che un gruppo minoritario può resistere a una decisione autoritaria dello Stato. (…)
Esemplare per la sua durata, il suo epilogo, ma soprattutto per le sue caratteristiche peculiari (pratica della disobbedienza, della non-violenza, della solidarietà, dell’autogestione e dello scherno), la lotta del Larzac ha conferito alla regione un potere simbolico forte, oggigiorno ancora molto vivace.
Perché se, per molti, la storia del Larzac si è conclusa con la vittoria del 1981, in realtà è continuata, più silenziosa, grazie alla vitalità di una comunità che ha saputo restare fedele ai suoi impegni iniziali.
La storia continua in principio negli anni 80 con il piano di sviluppo del territorio “liberato”, poi negli anni 90 con la sua gestione, per la quale il Larzac ha aggiunto al suo riferimento in materia di “resistenza popolare”, quello di “laboratorio politico e sociale”.»

La comunità si è consolidata in raggruppamenti fondiari agricoli (Groupements Fonciers Agricoles – GFA), al fine di acquistare terreni strategici nella zona prevista per l’espansione.
I finanziamenti per le acquisizioni furono raccolti vendendo particelle di terreno a cittadini simpatizzanti.

Fra questi simpatizzanti c’è, ovviamente, anche la mia padrona di casa, che al momento è formalmente proprietaria di un metro quadrato di terreno in Aquitania. Adoro questa donna!

mercoledì 7 maggio 2008

Londra: ma perchè piace tanto?

St James's Square - London
Scrivo questo post per raccogliere risposte alla seguente domanda: perchè Londra piace tanto?
E' per via dell'atmosfera cosmopolita? Della sensazione di tolleranza? Della possibilità di conciarsi come si vuole e passare inosservati? Della capacità degli abitanti di mettersi in fila in ogni situazione?
Qualcuno mi spieghi, per favore!

Certo, anch’io ho apprezzato gli splendidi musei (vedi post precedente), i pub rumorosi, i mercatini pittoreschi e i parchi verde smeraldo.
Ma mi è sembrata talmente eterogenea e slegata da non avere una precisa identità.
E poi, il rapporto degli anglosassoni con il cibo è inaudito! I piccoli negozi di alimentari, panifici compresi, sono rarissimi. Si compra tutto al supermercato. A parte i già citati pub, è difficile mangiare in un ristorantino che non faccia parte di una catena.
Solo per questo motivo, trovo che sia una città invivibile :-)


Westmister Cathedral Pub nella City

Ingresso di Fortnum&Maison Trafalgar Square

sabato 3 maggio 2008

Viva la Tate Modern

Giacometti alla Tate
Prima di ogni commento post-rientro dalla Great London, ecco qualche immagine dell'attrazione che ho apprezzato maggiormente: la Tate Modern.

Il grande museo di arte moderna e contemporanea, inaugurato di recente all'interno di un'ex-centrale elettrica, non merita la visita solo per la struttura che lo ospita, come spesso accade per i nuovi grandi contenitori di arte contemporanea, ma più semplicemente per l'esposizione stessa.
L'allestimento è geniale! Nessuna divisione scolastica e pedante in ordine cronologico, ma per cinque grandi tematiche: Material Gestures, Poetry and Dream, Conceptual Models, Idea and Object, States of Flux.

In questo modo vengono messi a confronto artisti di diverse epoche, ma ispirati dagli stessi argomenti. Il visitatore è trattato in modo attivo e stimolato a comprendere le idee che hanno generato le opere, non solo a osservare una sequenza di oggetti.

Quindi, bando ai discorsi del tipo "ma io l'arte moderna non la capisco"!
La visita alla Tate è un solletico per i sensi. Non bisogna capire nulla, solo lasciarsi trasportare e coinvolgere.

Studenti davanti ad un Rotko

Tate Modern

Tate Modern

Ingresso alla mostra Duchamp, Manray, Picabia