Berlino
Quando dico di amare moltissimo Berlino, la maggior parte delle persone storce il naso: ma come? Una città tedesca? Chissà come sarà fredda, rigorosa, noiosa, ordinata e pulita in modo maniacale…
Meglio dimenticare gli stereotipi inculcati da 50 anni di film sulla seconda guerra mondiale pieni di sadici gerarchi nazisti: Berlino è unica e non ha nulla a che vedere con quello che siamo abituati a pensare della Germania.
Prima dell’unificazione, Berlino era considerata dai tedeschi stessi come un mondo a parte. Soprattutto chi viveva nella parte Ovest godeva di un trattamento particolare, per esempio il servizio militare non obbligatorio o incentivi sull'acquisto della casa. Ne è conseguito un trasferimento massiccio di perditempo, artistoidi, anarchici, alternativi e varia umanità che hanno dato vita alla Berliner Luft: l’atmosfera libera e creativa che si respira ancora in città.
Meglio dimenticare anche le rigide strutture tipiche della maggior parte delle città europee: una piazza più o meno monumentale che ne è il cuore, la cattedrale circondata dal centro storico, vari monumenti antichi distribuiti tutto intorno.
A Berlino non troverete nulla di tutto questo.
Sopratutto non esiste un centro. Stanno cercando di crearne uno nuovo di zecca nella scomparsa Potsdamer Platz, la piazza distrutta dalla costruzione del muro. Si tratta però di un luogo fantasmagorico e bizzarro, che ben rappresenta la Berlino di oggi. È un’area fluttuante, composta da più nuclei su una superficie molto estesa (e non hanno ancora finito…). Chi la percorre è invitato a continui cambi di prospettiva e impressioni: spazi chiusi, aperti, verdi, acquatici, circolari, verticali, trasparenti, pieni, colorati. Una vertigine per i sensi.
Girando per le strade si avverte spesso una sensazione di precarietà e distanza.
Unica certezza: chi torna a Berlino non la troverà mai uguale alla volta precedente.
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