lunedì 10 dicembre 2007

La Périphérique (2)

Come annunciato nel post del 6 dicembre, ho cominciato a percorrere la Périphérique parigina a caccia delle sue numerose bruttezze.

La prima spedizione parte da Pont du Garigliano, capolinea del tram T3.

Qui arieggia un’atmosfera di solitudine e distanza. Sul ponte che supera la Senna trovo, oltre a un vento violento che mi sballonzola, una bizzarra struttura colorata. Mi avvicino: all’interno è attaccata una scatola rossa con una cornetta. Una targa spiega che questa è la cabina telefonica di Sophie Calle. Lei è la sola a conoscerne il numero e ogni tanto chiamerà per sentire se c’è qualcuno a rispondere. Bhà, questi artisti…. Giudicate voi se è un’idea bella, brutta o semplicemente una stronzata.

Pont du Garigliano



Supero Porte de Versaille e Porte d’Orléans, fino ad arrivare a Poterne de Peupliers, una vera bottega degli orrori.
La palma – nel vero senso della parola – va ad un’altra opera d’arte: delle sagome di palme che appaiono e scompaiono in modo casuale e imprevedibile. L’intenzione è di sorprendere il passante con un oggetto chiaramente fuori luogo, ma a me mettono solo tristezza. La prima foto le mostra in versione a riposo. La seconda (verrà presto) in fiera erezione.

Palme a Potern de Peupliers

Poco lontano, lungo dei binari abbandonati, spuntano delle baracche miserabili. Una bandiera beffarda ricorda che siamo ancora nella civile Francia.

baracche a Poterne de Peupliers

Altro luogo notevole della zona: il Monumento alle Madri Francesi, categoria non molto popolare da queste parti, almeno a giudicare dalla mestizia dell’opera che la commemora. Il monumento sembra più un sepolcro o un Altare ai Caduti.

Monumento alla Madri Francesi

Ma ecco un barlume di poesia sul parapetto di un ponte: sopra un divieto d’affissione di 126 anni fa, qualcuno ha riempito il vuoto con una freccia di mani che indica il cielo.

Mani verso il cielo

Porte de Choisy
Proseguo fino a Porte de Choisy, la China-town parigina. Da qui parte Avenue de Choisy, che arriva fino a Place d’Italie in un susseguirsi ininterrotto di ristoranti cinesi, vietnamiti e cambogiani, negozi di forniture per ristoranti asiatici e supermercati di prodotti non identificabili.
L’obiettivo della mia macchina fotografica non riesce a includere in una sola immagine la selva di casermoni e case torri, dove sono stipati migliaia di cinesi. Curiosamente, molti di questi edifici portano il nome di una città del nord Italia: Bergame, Mantua, Ravenne, ecc. Chissà cosa direbbe Bossi nel vedere le sue care cittadine invase di extra-comunitari…

A Porte d’Ivry salgo sull’autobus PC2, direzione Porte de la Villette.
Scendo in Boulevard Poniatowsky, poco dopo il nulla assoluto del Pont du Bercy. Da qui si ha una panoramica completa sui grattacieli di Porte de Choisy, i binari che corrono fino alla Gare de Lyon e dei capannoni di fabbriche inquinanti.

pont de Bercy

Stremata da tanto orrore, ho la forza di arrivare solo fino a Porte Dorée. Il quartiere è elegante e piacevole, ma la Minerva dorata che troneggia in fondo ad una doppia fila di palme (questa volta vere; devo tornarci a Marzo per sapere se e come hanno superato l’inverno) mi sembra surreale e di cattivo gusto. La statua, poi, ricorda la donna-robot di Metropolis…

Porte Dorée


Spero di continuare il mio itinerario domenica prossima. Ma è già stato annunciato un nuovo sciopero a partire da giovedì. Speriamo in bene…

giovedì 6 dicembre 2007

la Périférique (1)

Basta con gli scorci romantici di Montmatre, i primi piani della Tour Eifell e il riflesso di Notre Dame sulla Senna.
Parigi è anche una gran quantità di luoghi orrendi. Per ben dimostrarlo, ho deciso di immortalare i posti peggiori che si possono incontrare percorrendo tutto il Boulevard Périférique, la cintura che circonda il comune di Parigi e segna il confine con l'altrove indefinito della Banlieu.

Percorrere l'intero periplo parigino non è difficile: esistono 4 mezzi pubblici molto pratici ed efficienti (come tutti i mezzi pubblici qui).
Il capo sud-ovest, Pont du Garigliano, è unito al capo sud-est, Porte de Choisy, dal placido tramway T3.
Appena scesi dal T3, ecco subito ad attenderci l'autobus PC2, che ci porta fino all'estremo nord-est, Porte de la Villette.
Da qui si prende il PC3, che arriva a Porte de Champerret.
Infine, il cerchio si chiude con l'autobus PC1, che ritorna al Pont du Garigliano.

Dato che siamo ai confini cittadini, la maggior parte dei posti si chiama "Porte de... qualchecosa". Da tutte queste "Porte" si raggiunge qualsiasi luogo della Francia.

Perchè se tutte le strade portano a Roma, tutte le strade partono da Parigi (almeno questa è l'opinione dei francesi....).

mercoledì 28 novembre 2007

Sciopero! Sciopero!

Venerdì scorso i rappresentanti dei lavoratori in sciopero hanno firmato un accordo per cessare le proteste. Due settimane di disagi e trambusto sfumati nel nulla!
Secondo la mia proprietaria, questo sciopero aveva un significato ideologico particolare: per la prima volta i manifestanti erano più determinati a portare avanti le agitazioni dei loro portavoce stessi, i quali, infatti, alla fine hanno ceduto a negoziazioni sfavorevoli.
Si trattava di vedere se il Piccolo Imperatore Sarkò è così onnipotente come lui per primo cerca di apparire. Gli esiti della vicenda non hanno smentito questa impressione.

I miei amici italo-francesi mi avevano avvertito, con un lampo di terrore negli occhi, che qui la “gréve” francese è leggendaria e temutissima. Non circola più un treno e spostarsi è davvero impossibile.
Martedì 23 ottobre, prima mattina di sciopero, avevo una delle mie ultime lezioni di francese all’Alliance Française. Abitavo ancora a sud del 15esimo arrondissement, a pochi kilometri dalla scuola, e ho pensato che se non avessi trovato nessun metrò, potevo comodamente arrivarci a piedi. Uhm… non è stato così comodo… Ho impiegato più di un’ora e sono arrivata sudata fradicia. A lezione eravamo 3 invece di 12!

La seconda ondata di scioperi è cominciata mercoledì sera 13 novembre e forse è stata peggio della prima. Almeno la prima volta era chiaro che non esisteva alcun mezzo di locomozione pubblico e che era inutile aspettare nelle stazioni e alle fermate. Questa volta, invece, hanno spalmato nel tempo le astensioni, garantendo un minimo di servizio sulla maggior parte delle linee, ma rendendo ogni singolo viaggio peggio di una spedizione nel Borneo.
Le metropolitane erano piene in modo angosciante e pericoloso. La gente, all’apparire miracoloso di un treno, si lanciava all’arrembaggio dei vagoni, rischiando di spiaccicare chi già era dentro. Spintoni e insulti. Leggende metropolitane fra i corridoi: “ pare che sulla 4 circoli un treno su due…”.

Disagi e tensioni a parte, lo sciopero ha offerto uno spettacolo interessante di civiltà e savoir-vivre.
I giornali hanno elogiato la capacità dei parigini di arrangiarsi e trovare sistemi alternativi per muoversi: pattini, monopattini, skateboard e biciclette.
E’ stato il trionfo dei velib’, le biciclette pubbliche sparse per tutta la città, affittabili a ore in modo semplice ed autonomo. Nonostante il prezzo del noleggio sia un po’caro (a mio avviso, almeno), queste bici sono diventate presto una moda. Non c’è niente di più “cool” adesso a Parigi che girare in velib’….
Di necessità virtù: la richiesta dei velib’ è raddoppiata nei giorni di sciopero.
Qualcuno ha addirittura proposto di mantenere questo “stile di vita ecologico e salutare” anche dopo lo sciopero… ma col cavolo!
Finito lo sciopero, l’interesse di tutti è ora rivolto agli scontri che stanno infiammando di nuovo la Banlieu. A sentire i telegiornali – allarmisti per definizione – pare che questa volta sia peggio dell’anno scorso. Un nuovo evento mediatico su cui concentrare l’attenzione di noi cittadini annoiati. Evviva!

domenica 11 novembre 2007

La Casa Francese

La scarsa igiene della case inglesi é giustamente proverbiale, ma non bisogna sottovalutare il livello di lercio e di disordine che riescono a raggiungere le abitazioni francesi.

La casa dove mi trovo adesso ne é un esempio perfetto: gnocchi di polvere che si sono organizzati in un sindacato, una patina indefinita e inamovibile su tutte le superfici, un disordine pittoresco dove si depositano leggiadri chili e chili di peli di gatto.
Per pudore, allego un'immagine del cortile interno che si vede dalla cucina. Preferisco evitare la visuale sulle macchie di epoca napoleonica che ricoprono le piastrelle, anche se hanno creato una decorazione inedita....

Nonostante il caos e lo sporco, questa casa mi é piaciuta subito appena l'ho vista, perché era evidente che non avrei dovuto portare le pattine.
Insomma, qua mi trovo bene!

mercoledì 7 novembre 2007

la mia nuova stanza!

Clicca sull'immagine per ingrandirla!Ecco l'immagine panoramica della mia nuova stanza!
Il quarto cuscino appoggiato sul letto è il gatto Titan.

martedì 6 novembre 2007

Il matrimonio valenciano

Viva gli Sposi!Venerdì Carmen e Jaime si sono sposati.

Originale e un po’ sadica la scelta di celebrare il rito all’aperto di sera. Va bene che siamo in Spagna, ma il 2 di novembre fa abbastanza freddo anche li…
Geloni a parte, è stata davvero una festa. Sontuosa per il tono della cerimonia, per i quasi 200 invitati (anche se per gli standard locali eravamo in pochi) e per la raffinatezza delle portate.
Ma davvero semplice, per una volta, per la sincerità e la felicità degli sposi e degli invitati.

La cerimonia si svolge pressappoco come da noi.
Gli sposi, di loro iniziativa, hanno chiesto agli amici di pronunciare un breve discorso durante la funzione: momenti di lacrime e commozione.
Una delle poche differenze rispetto all'Italia è che non si danno le bomboniere con i confetti, ma il padre della sposa fa un regalo a tutti gli uomini presenti e la madre dello sposo a tutte le donne. Di tradizione, il regalo per los hombres è un sigaro, ma dato che ormai nessuno li fuma più, il papà di Carmen ha optato per una penna e una piccola torcia.
La mamma di Jaime ci ha regalato un filo di perle di fiume.

giovedì 1 novembre 2007

Madame Lutz ha detto si

Ci siamo accordate due martedì fa e ho firmato venerdì, ma fino a quando non ho portato le valige e non ho preso possesso della stanza, non ci volevo credere. Per scaramanzia non ho detto niente a nessuno, fino all'ultimo!
Ma da oggi è sicuro: ho preso in affitto una bella camera a Porte d'Orléans, nella parte meridionale di Parigi. La mia locataria, Madame Lutz, è una signora giovanile e simpatica, con una figlia a Siviglia per fare l'Erasmus. Ha persino due bellissimi gatti, Crevette e Titan, e la connessione wi-fi in tutta la casa. La stanza è luminosa e ben arredata. La zona è tranquilla e autentica, niente turisti ma veri parigini. Meglio di così!
So bene che dover vivere con qualcun altro, per di più il proprietario stesso della casa, limiterà parecchio la mia libertà, ma del resto non sono venuta fino a Parigi per starmene rinchiusa fra quattro mura! E poi, per il momento, un appartamento tutto mio me lo scordo…Sono solo un po' dispiaciuta di lasciare il mio coinquilino Luca, l'uomo giusto al momento giusto, che è arrivato improvviso e inaspettato a salvarmi da una situazione di merda. Dato che anche lui non sta passando un bel momento, dal reciproco aiuto e dalla reciproca comprensione è nata subito una grande amicizia.

Mi sono appena installata, ma non ho ancora dormito la mia prima notte nella nuova stanza.
Infatti il pomeriggio sono subito ripartita. Destinazione: Valencia, dove mi trovo adesso, per il matrimonio di Carmen e Jaime!