| Da qualche settimana i corridoi della metropolitana parigina sono tappezzati dalla pubblicità del Salon du mariage et du Pacs. Come se da noi facessero il “Salone del matrimonio e della coppia di fatto”.
Ah, il fantomatico Pacs (pact civil de solidarieté). Doveva essere il modello per i nostrani Dico, ovvero un contratto che sancisca l’unità fra 2 individui di qualunque sesso, e che alla fine stabilisce obblighi di poco diversi dal matrimonio tradizionale. Ma che fine ha fatto questa proposta? Affossata dall’esemplare vita coniugale del nostro Presidente del Consiglio?
Quasi quasi rimpiango i bei tempi in cui eravamo i portabandiera della sacralità del matrimonio…
Il 13 ottobre ricorre il decimo anniversario dalla creazione della legge sui Pacs, e i giornali ne hanno approfittato per spendere qualche parola in numeri e statistiche. Mentre i matrimoni si attestano stabili da 10 anni sulla cifra di 270000 l’anno, i Pacs sono cresciuto in modo esponenziale fino ai 145000 del 2008, con un aumento del 43% rispetto al 2007. Chi temeva un fiorire di unioni selvagge e indiscriminate fra uomini, donne, transessuali, bisessuali, transgenici e transformer, è stato smentito: solo il 5,64% dei contratti riguarda una coppia omosessuale. Il dato più curioso è che, sempre nel 2008, il numero di Pacs sciolti era il 16% del totale, contro un mostruoso 46% di divorzi sul totale dei matrimoni.
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