mercoledì 14 ottobre 2009

La Lady di Ferro

Quando la vedo spuntare all’improvviso fra 2 palazzi, o mi volto e mi accorgo che da una certa altura è possibile scorgerla fra la foschia, allora non posso fare a meno di pensare: “toh, da qua si vede la Tour Eiffel”.
Il simbolo di Parigi troneggia sull’orizzonte cittadino con la disinvoltura di chi è lì da sempre, tanto che la maggior parte degli abitanti trova naturale ignorarlo totalmente.
I veri parigini non hanno mai visitato la Tour Eiffel, se non per accompagnare qualche parente ingenuotto venuto dalla campagna.

Per non passare da provinciale, fin’ora mi ero ben guardata dal montare sul colosso di ferro. Ma nonostante la mia buona volontà, nell’ultimo mese mi è capitato di salire sulla Tour Eiffel ben 4 volte.
Il motivo è semplice: corso di italiano a 8 gruppi di addetti alla cassa e all’accoglienza, con una lezione in loco per fare esercizio “in diretta”.

Il risultato è che ora conosco a memoria tutte le tariffe possibili, il sistema di prenotazione, l’altezza della torre, il numero di gradini al secondo piano e persino i prezzi dei 2 ristoranti.

Così ho scoperto che la torre è divisa in 3 piani e che per arrivare in cima bisogna cambiare ascensore al secondo piano. È anche possibile pagare per andare solo fino al secondo e, arrivati lì, eventualmente comprare un supplemento per l’ultimo piano.
Fino al secondo piano si può scegliere fra l’ascensore e le scale (circa 700 gradini), ma se si vuole prendere le scale bisogna andare al pilastro sud, perché gli altri 3 sono serviti esclusivamente dall’ascensore.

In questo momento ci sono solo 2 ascensori aperti, al pilastro nord e est (quello al pilastro ovest è chiuso per lavori e dovrebbe riaprire fra 6 mesi), ma mi hanno svelato che la coda pilastro est è più corta e veloce, perché il pilastro nord è il primo che i turisti incontrano venendo dal metrò e tutti si arenano subito lì.

Non esiste una tariffa studenti, ma solo giovani fino a 24 anni. Quindi, cari universitari 35enni italiani, è inutile che presentiate le vostre tessere….
Esiste anche una tariffa gruppo, ma è necessario essere almeno 20 adulti o 10 giovani e prenotare via internet. Niente sconti comitiva alla cassa!

Non è possibile comprare i biglietti in anticipo alla cassa per un altro giorno, o comprarli da soli per un gruppo che aspetta altrove, perché per entrare è obbligatorio passare dal controllo posto all’inizio della fila e tutti gli interessati devono essere presenti.
È proibito fumare, girare a torso nudo ed esibire bandiere o striscioni.
Si può, invece, portare il passeggino, ma bisogna piegarlo negli ascensori.

Se qualcuno dovesse avere la sciagurata idea di voler mangiare sulla torre, sappia che esistono 2 ristoranti, uno che costa almeno il doppio rispetto a un ristorante di qualità equivalente ma posto a livello strada, e un altro dove è necessario prenotare con 3 mesi di anticipo e che costa minimo 300 euro a cranio.

Quando l’ultimo piano è immerso nella nebbia, sui tabelloni alla cassa compare un discreto “visibilità ridotta”. Non fidatevi: vuole dire che non si riescono a vedere le punte delle proprie scarpe e salire in cima sarebbe una totale perdita di tempo.
Perché la bellezza della torre non è solo nella sua struttura bullonosa o nell’ebbrezza dell’ascesa a quasi 300 metri d’altezza, ma è la vista straordinaria che si gode dall’alto.

Purtroppo gli orari di lezione non coincidevano mai con l’orario in cui si accende l’illuminazione.
Mi è rimasto il desiderio di essere sulla vetta ventosa quando le lampadine scintillano a intermittenza, effetto che si ripete ogni ora fino all’una di notte, per 5 minuti, e serve anche a scandire il tempo come il campanile di una chiesa. Tutte le volte che lo vedo mi emoziono come una bambina, salvo poi pensare: “che palle, ma sono già le nove?”.

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