Ossigeno globalizzato
Il Consiglio Regionale dell'Ile de France ci fa trovare periodicamente nella cassetta delle lettere una rivista dedicata agli avvenimenti e le iniziative che animano l'operosa Regione.
Fra i progetti sbandierati con fierezza, troviamo la sovvenzione di una filiera per la produzione di combustibile verde in uno sconosciuto villaggio del Mali.
Un’azione lodevole, certamente, ma nutro qualche riserva sul principio che l’ha generata… I consiglieri regionali, infatti, sono stati mossi da una teoria di "compensazione", secondo la quale l’emissione di CO2 generata dai nostri inquinanti mezzi di locomozione, è riequilibrata da un'iniziativa ecologista in un luogo lontano del pianeta.
Poco importa se qui l’aria è mefitica e si soffoca sotto una cappa di smog, l'importante è mantenere una quantità adeguata di aria pulita nel mondo.
Del resto, e la matematica non è un'opinione, tutti sanno che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Chissà se alla Regione sanno che anche la Provincia di Modena aveva avuto la stessa idea, lanciandosi nella tutela di un pezzo di foresta costaricana.
Ma la Procura contabile di Bologna ha contestato l'azione.
La vicenda è descritta in un articolo di La Repubblica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/29/il-pm-contesta-modena-la-foresta-anti-inquinamento.html
L’articolo racconta:
Gli avvocati dei funzionari della Provincia sostengono che «la tutela delle foreste, anche a livello internazionale, assicura la salvaguardia del clima terrestre, con conseguente beneficio di tutti gli abitanti della Terra compresi quelli della Provincia di Modena». Il procuratore replica invece che «la comunità modenese avrebbe pagato quel beneficio mantenendo un livello più elevato di emissioni inquinanti, una minore conservazione del patrimonio ambientale locale». Un danno «specifico» contro «un generico beneficio mondiale», ottenuto con una procedura «nemmeno conforme al protocollo di Kyoto».
Fra i progetti sbandierati con fierezza, troviamo la sovvenzione di una filiera per la produzione di combustibile verde in uno sconosciuto villaggio del Mali.
Un’azione lodevole, certamente, ma nutro qualche riserva sul principio che l’ha generata… I consiglieri regionali, infatti, sono stati mossi da una teoria di "compensazione", secondo la quale l’emissione di CO2 generata dai nostri inquinanti mezzi di locomozione, è riequilibrata da un'iniziativa ecologista in un luogo lontano del pianeta.
Poco importa se qui l’aria è mefitica e si soffoca sotto una cappa di smog, l'importante è mantenere una quantità adeguata di aria pulita nel mondo.
Del resto, e la matematica non è un'opinione, tutti sanno che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Chissà se alla Regione sanno che anche la Provincia di Modena aveva avuto la stessa idea, lanciandosi nella tutela di un pezzo di foresta costaricana.
Ma la Procura contabile di Bologna ha contestato l'azione.
La vicenda è descritta in un articolo di La Repubblica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/29/il-pm-contesta-modena-la-foresta-anti-inquinamento.html
L’articolo racconta:
Gli avvocati dei funzionari della Provincia sostengono che «la tutela delle foreste, anche a livello internazionale, assicura la salvaguardia del clima terrestre, con conseguente beneficio di tutti gli abitanti della Terra compresi quelli della Provincia di Modena». Il procuratore replica invece che «la comunità modenese avrebbe pagato quel beneficio mantenendo un livello più elevato di emissioni inquinanti, una minore conservazione del patrimonio ambientale locale». Un danno «specifico» contro «un generico beneficio mondiale», ottenuto con una procedura «nemmeno conforme al protocollo di Kyoto».
Ecco... come al solito quando una cosa la fanno i francesi è la più illuminata del mondo, mentre noi non ne azzecchiamo una!
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