la Périphérique (4)
Anno nuovo, progetto nuovo!
Ma dato che ho deciso di festeggiare il Capodanno Cinese, per ora l’obiettivo è finire il progetto cominciato il mese scorso: la caccia al peggio della Périphérique, la cintura che racchiude Parigi (vedi i 3 post precedenti).
Eccomi quindi alla terza e ultima tappa dell’esplorazione.
Ma dato che ho deciso di festeggiare il Capodanno Cinese, per ora l’obiettivo è finire il progetto cominciato il mese scorso: la caccia al peggio della Périphérique, la cintura che racchiude Parigi (vedi i 3 post precedenti).
Eccomi quindi alla terza e ultima tappa dell’esplorazione.
Arrivati a Porte de Clignancourt, il paesaggio cambia all’improvviso: rispuntano case, persone e negozi. L’umanità è modesta ma decorosa.
Poco dietro il rumoroso Boulevard Ney, mi inoltro in un impasse piuttosto fatiscente (Gli Impasse sono delle piccole strade chiuse nascoste per tutta Parigi, tranquille e quasi paesane, inusuali e sempre sorprendenti. L’esatto contrario dei Grand Boulevard haussamaniani). Da notare, nella foto, il sacchetto di teste d’aglio appeso accanto la finestra.
Poco dietro il rumoroso Boulevard Ney, mi inoltro in un impasse piuttosto fatiscente (Gli Impasse sono delle piccole strade chiuse nascoste per tutta Parigi, tranquille e quasi paesane, inusuali e sempre sorprendenti. L’esatto contrario dei Grand Boulevard haussamaniani). Da notare, nella foto, il sacchetto di teste d’aglio appeso accanto la finestra.
Proseguendo verso ovest aumenta a dismisura la concentrazione delle tipiche case popolari a corte parigine, costruite a inizio ‘900.
Concepite per ospitare la classe operaia, sono decisamente migliori dei palazzoni disumani del dopoguerra. In genere si tratta di più fabbricati attaccati e distribuiti a ferro di cavallo intorno ad un ampio cortile alberato, dove si aprono gli ingressi dei singoli immobili. L’esterno è ricoperto da piccoli mattoni beige e rossi, spesso disposti a formare piacevoli decorazioni.
Questo è il genere di costruzioni dove vivo attualmente!
Man mano che ci inoltriamo verso lo scicchissimo 17esimo Arrondissement, l’atmosfera e gli edifici cambiano di nuovo. I palazzi sono sempre più eleganti e i negozi sempre più scintillanti.
Per avere un esempio, basta dare un’occhiata a questa palazzina monofamiliare in Boulevard Berthier, un tempo abitata dal celeberrimo pittore orientalista Geroges Antoine Rochegrosse (ma cos’è un “pittore orientalista”?) e al panificio alsaziano posto proprio di fronte.
Qui salgo sull’autobus PC1, per tornare al punto di partenza del mio giro, Pont du Garigliano.
Concepite per ospitare la classe operaia, sono decisamente migliori dei palazzoni disumani del dopoguerra. In genere si tratta di più fabbricati attaccati e distribuiti a ferro di cavallo intorno ad un ampio cortile alberato, dove si aprono gli ingressi dei singoli immobili. L’esterno è ricoperto da piccoli mattoni beige e rossi, spesso disposti a formare piacevoli decorazioni.
Questo è il genere di costruzioni dove vivo attualmente!
Man mano che ci inoltriamo verso lo scicchissimo 17esimo Arrondissement, l’atmosfera e gli edifici cambiano di nuovo. I palazzi sono sempre più eleganti e i negozi sempre più scintillanti.
Per avere un esempio, basta dare un’occhiata a questa palazzina monofamiliare in Boulevard Berthier, un tempo abitata dal celeberrimo pittore orientalista Geroges Antoine Rochegrosse (ma cos’è un “pittore orientalista”?) e al panificio alsaziano posto proprio di fronte.
Qui salgo sull’autobus PC1, per tornare al punto di partenza del mio giro, Pont du Garigliano.
Ormai non c’è più nulla da fotografare. Si passa lungo l’ancor più chic 16esimo Arrondissement, protetto per tutto il suo confine occidentale dal Bois de Boulogne.
Sotto i miei occhi sfilano abitazioni imponenti e prestigiose.
Da qui si può prendere il Tram T3 e ricominciare il giro da capo…
Sotto i miei occhi sfilano abitazioni imponenti e prestigiose.
Da qui si può prendere il Tram T3 e ricominciare il giro da capo…
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